Recensione: Paul

By Simone Corà | martedì 7 giugno 2011 | 10:15

2011, USA/UK, colore, 104 minuti
Regia: Greg Mottola
Sceneggiatura: Simon Pegg, Nick Frost

Tutti amano Simon Pegg. Attore e autore con gran gusto nella ricercatezza comica, nella citazione intelligente, nella costruzione al limite del demenziale senza mai sfociare in cagnara, un po’ la figura da eterno adolescente e un po’ un combo di espressioni malinconico/ironiche lo hanno fatto salire rapidamente tra i preferiti, qui a Midian. Sono passati quasi quindici anni dai tempi di Spaced, ma sia nei panni di sceneggiatore che di solo attore ha sempre mantenuto una certa eleganza inglese che ne ha indubbiamente plasmato il buffo sguardo, tra il rimbambito e il sognatore, nelle menti di molti. È quindi immensa la delusione nel vederlo scrivere e recitare, in coppia con l’amico di sempre Nick Frost, quest’insulso Paul, distante chilometri e chilometri dalla raffinatezza britannica per cui si è sempre contraddistinto.

Emigrare oltreoceano per tentare la strada statunitense verso il successo cinematografico totale è sempre stata scelta disastrosa, troppi sono gli esempi per soffermarsi a farne qualcuno, e l’accoppiata Pegg/Frost, pur non concedendosi completamente all’arrapato Zio Sam ma fermandosi a una stretta di mano collaborativa tra due modi di fare cinema così distante e incompatibili, si ritrova, volutamente o meno questo non ci è dato sapere, ingabbiata in un umorismo fantascientifico fracassone e ingenuo, difficilmente attribuibile ai simpatici protagonisti di Shaun of the Dead e Hot Fuzz.

Passi la parte iniziale, nella quale ancora si trovano tocchi, accenni e ammiccamenti a uno humour sottile quanto esplosivo (la paura di Graeme e Clive nel solo vedere due redneck in una tavola calda), Paul si attorciglia presto in strade ironiche dissestate e già percorse decine di volte, stancandosi presto di cercare una qualche via originale alla risata e, soprattutto, stancando lo spettatore con personaggi dal potenziale sprecato (i due agenti tontoloni), poco o nulla rischiosi (i due protagonisti) o del tutto scoloriti e fastidiosi (Ruth e suo padre), per non citare l’insipido marziano Paul, ahimè umoristicamente ingiudicabile nel pessimo, pessimo doppiaggio di Elio, che dà l’idea di parlare in un’altra stanza rispetto a quella dei doppiatori.

In generale si nota quindi una brutta sensazione di fretta, di superficialità, tanto nell’ideare situazioni spassose riciclate da ogni dove, nel mettere in piedi qualche sottotesto da demolire sarcasticamente (il duello religione/scienza trattato coi piedi), nella stesura di dialoghi efficaci (ancora la battuta sulla ciccia che non è ciccia ma forza?) e anche solo nel portare a compimento una storia grossomodo noiosa, maldestra e con una parte finale tremendamente improbabile. Non bastano di certo qualche minuscola oasi simpatica, un Nick Frost cappellone e più brutto del solito, l'inutile e ridicola comparsata di Sigourney Weaver e la verità dietro alle sonde anali. Anche la regia di Greg Mottola, che si porta dietro la reminescenza/citazione degli strampalati poliziotti di Suxbad (contro i quali ne escono comunque sbriciolati), serve a poco in questo film sbagliato in partenza e che nessuno voleva.

13 commenti:

  1. Hey! La ciccia **E'** forza. Non c'è discussione... ;)
    Questo Paul mi ispirava poco già dall'inizio... mi dispiace solo sapere che anche Elio "ci si paga lo stipendio".
    Se lo avessero fatto solo gli inglesi sarebbe venuto fuori di sicuro qualcosa di meglio. Eddy pensiero.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Nooooo…

    e io che ci speravo, in Paul.

    :-(

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  4. A me la musica di Elio piace un sacco, ma il doppiaggio l'avrei evitato.

    Simone

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  5. Porca Miseria quanto mi dispiace. Ci speravo tanto tanto anche io.
    Vabbè, magari ci rifaremo con Attack The Block

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  6. Infatti una delle cose peggiori del film è proprio il doppiaggio di Elio.
    Ma quando finirà questa moda del (presunto) famoso in veste di doppiatore?
    E pensare che un tempo il doppiaggio italiano era il migliore al mondo.
    Siamo riusciti a rovinare pure questo.

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  7. @ Eddy: ahaha, hai ragione, lo sostiene anche la mia, di ciccia! XD
    Comunque, guarda, per me Paul era potenziale filmone, Pegg+Frost che parlano di alieni era il non plus ultra. Sicuramente, però, se fosse rimasto entro i confini inglesi ,sarebbe stata ben altra cosa. :)

    Poi, rispondendo un po' agli altri, be', sì, Elio inascoltabile nel doppiare l'alieno, una voce piattissima che distrugge ogni battuta, anche le poche buone. Meglio sentirlo cantare, di gran lunga, va'...

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  8. Beh prima o poi sarebbe dovuto succedere che la coppia Pegg/Frost si sarebbe svenduta e infatti la tua rece conferma le mie perplessità riguardo a questo Paul. Ora dobbiamo aspettare che i due comici ritornino all'ovile (ma chissà tra quanto?)

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  9. Svenduti, che brutta parola, ronzava ronzava ronzava nella mia testa e cercava di scacciarla, ma...

    Speriamo magari in un futuro ricongiungimento con Edgar Wright...

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  10. Non apprezzando particolarmente Shaun of the Dead e non conoscendo granché dei protagonisti di questo film, non mi aspettavo nulla.
    E nulla o poco più ho avuto, concordando con quanto scrivi. Soprattutto sul doppiaggio di Paul. Già il personaggio è poco originale, troppo poco rozzo per essere veramente tale e magari pure antipatico, con ammiccamenti dolciastri ad alieni spielberghiani che proprio non convincono. Ma poi con quella voce, dio bono, impossibile da ascoltare.

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  11. Sì però tu non apprezzi Shaun of the Dead e quindi adesso non hai più il permesso per scrivere qui.

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  12. aaaaaaaaah film graziosissimo, l'ho visto l'estate scorsa e mi sono divertita un mondo a guardarlo :)

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  13. Almeno qualcuno che non ha rinnegato i soldi del biglietto c'è, meglio così! ;)

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