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Mobile Suit Guillermo: Pacific Rim (2013)

By Simone Corà | lunedì 15 luglio 2013 | 08:00

USA, colore, 131 minuti 
Regia: Guillermo Del Toro 
Sceneggiatura: Guillermo Del Toro, Travis Beachman 

Guillermo Del Toro aveva spezzato le ginocchia di tutto il fandom sbrodolante quando, qualche tempo fa, aveva annunciato di aver messo una pietra sopra sul progetto Le montagne della follia anche a causa del finale che aveva in mente, a suo dire identico a quello dell’inguardabile Prometheus che usciva proprio in quel periodo. Poco male, non ricordo se i rumor su Pacific Rim stessero già dilagando mostruosamente o se si trattasse ancora soltanto dell’“impossibile progetto sui mega robot vs giant aliens che quel ciccio matto di Del Toro ha in cantiere”, comunque c’era pur sempre questo film assurdo e incredibile che un giorno sarebbe uscito, e tanto bastava per zittire tutti quanti, perché un regista, con un tocco e una simile sensibilità così personali verso il fantastico, in grado di convincere una major a finanziargli una cosa del genere merita, come se non glielo si fosse comunque già dato in ginocchio e con il cuore in mano, tutto il respect possibile. Quindi farebbe un po’ ridere sapere in cosa consista il finale di Pacific Rim, o meglio, a quale altro film sia smaccatamente uguale, concettualmente, visivamente e artisticamente, nella scelta delle inquadrature e di certi primi piani, cosa che, boh, mi fa pensare che Del Toro, tra horror di merda di cui curare la sceneggiatura, libri da scrivere, serie tv da imbastire, cose sui nani buffi con i ciuffi sui piedi con cui farsi accreditare e mille altre cose da annunciare per poi dire “nun c’abbiamo i sordi”, de Le montagne della follia, o in generale di lavorare a cose belle, gli interessasse ormai poco o nulla. A ogni modo, tutta questa faccenda potrebbe comunque essere il male minore se almeno, almeno Pacific Rim fosse un bel film, ma, bum!, nonostante i MECHA e gli ALIENI GIGANTI, Pacific Rim è una merda, e devo prenderne amaramente prenderne atto.

È cosa risaputa il motore che ha portato alla realizzazione di questa porcata, quel fattore antologico/adolescenziale con cui Del Toro ha voluto subito etichettare, più che spingere, il suo lavoro, ma ci sarebbero un bel po’ di questioni da affrontare su come e cosa significhi “omaggio”, perché se ogni elemento riconduce ovviamente ai tokusatsu (kaiju da una parte e vecchi anime robotici dall’altra), a quei prodotti che facevano dello schema ripetitivo (il mega mostro che distrugge il Giappone per i primi, il monster of the week che i robottoni dovevano sconfiggere nei secondi) la loro arma con cui conquistare il pubblico, è davvero difficile, difficile trovare qualche elemento che realmente faccia sua quella vecchia cultura dell’intrattenimento giapponese e la reinterpreti (tra l’altro da un messicano che fa film negli Stati Uniti) nei giorni nostri. Okay, ci sono i robot e ci sono i mostri che si picchiano, ma non basta, non è sufficiente per giustificare e dare struttura a un film, o meglio, sarebbe abbastanza se Pacific Rim fosse solo questo, fosse solo Jaeger contro Kaiju per novanta minuti canonici in cui vedere esclusivamente BOTTE, e allora sarei stato il primo a dire evviva, a dire ancora, a dire di più, ma Pacific Rim purtroppo non è solo questo e assurdamente, dietro una maschera di falsa e furbissima modestia geek, è ben altro, ovvero un semplice, stupido, inutile blockbuster come tanti altri.

Del Toro non è mai stato un grande scrittore, tutti i suoi film si poggiano su trame spesso classiche ma che emergono e si fortificano con una gestione complessiva di grande spessore e con un talento visivo che raramente si è visto espresso con tale potenza, tanto nelle opere più drammatiche come El espinazo del diablo e Pan’s Labyrinth quanto nei film più cazzari come i due Hellboy, ed è quindi piuttosto sorprendente che proprio in quell’unico film per il quale una sceneggiatura doveva essere quanto bastasse accessoria, sia proprio la narrazione, e di conseguenza l’impostazione generale, a far crollare miseramente tutto quanto. E non sto parlando dei vari crateri di sceneggiatura (i robot pensionati per far posto a una mega-diga che viene però distrutta al primo assalto, la tecnica per passare nell’altra dimensione che però funziona solo da un lato, la totale mancanza di qualsiasi elemento governativo/politico dopo averlo comunque introdotto), ma proprio di una mancanza, o peggio, di un’aderenza agli standard del cinema di genere degli ultimi anni, senza alcun tipo di lavoro che dia un minimo di valore all’opera.

E non è una questione di spessore, o di profondità narrativa, di una ricerca di drammi interiori e approfondimenti psicofilosofici come spesso ha fatto, con risultati altalenanti, l’animazione nipponica – io volevo un cazzo di film tamarro, ignorante, grezzo, epico, con soldati cazzuti che pilotano robot ancora più cazzuti sparando battute cazzute mentre spaccano il culo ai mostri, non volevo invece un film piatto, inconcludente, senza alcun mordente, con soldati eroici, generali con il GRANDE DRAMMA sulle spalle, hot chick con le paranoie ma che poi tirano fuori le palle e la nemesi stronza con cui poi fare pace. Vanno bene i cliché ripensati e riscritti con cognizione di causa, consci di quello che sono, come vanno sempre bene, in qualsiasi occasione, le storie semplici e banalotte se sceneggiate sapendo di raccontare storie semplici e banalotte, ma non è francamente accettabile di vedere ancora, ancora e ancora sempre gli stessi, identici, inutili personaggi di un qualsiasi film di genere uscito negli ultimi quindici anni, personaggi talmente bidimensionali e incolori da non possedere alcun carisma, da non coinvolgere per un solo istante, così insulsi da rovinare intrinsecamente la pellicola, perché, davvero, io non ce la faccio a gustarmi tutte quelle bellissime mazzate robotiche, quegli estenuanti, favolosi, mastodontici sogni bagnati tra robot crucchi e giganteschi marziani, quelle impressionanti, straordinarie battaglie da mezz’ora tra colossi se i protagonisti fanno così schifo nella loro retorica americana e nella loro gestione sentimentale.

Voglio dire, Del Toro ha diretto Blade II, un film di una tamarraggine e di un’ignoranza infinita che, a conti fatti, è uno dei migliori action horror di sempre, com’è possibile che Pacific Rim sia opera dello stesso autore?


Allora torniamo a parlare di omaggio, ma mi è francamente difficile capire che cosa intenda Del Toro se non c’è nulla dell’ingenuità tipica dei tokusatsu di quegli anni, di quell’eroismo credulone ma schietto e sincero, di quel semplice senso apocalittico, se i personaggi non rispecchiano in alcun modo, neanche lontanamente, gli eroi e gli antieroi di quei prodotti, se è tutto solo ed esclusivamente una necessità narrativa, o forse una pigrizia o, temo, un inevitabile assorbimento a meccaniche d’intrattenimento a cui lui e pochi altri ancora resistevano, per creare un prodotto in tutto e per tutto occidentale che a tratti addirittura scimmiotta o pare ridicolizzare, in questo modo, la materia di partenza, in modo da servire al pubblico yankee quel solo, unico, fotocopiatissimo prodotto che sa apprezzare. 

18 commenti:

  1. Oh, una recensione controcorrente, che roba! Andrò a vederlo lo stesso, ma almeno saprò a cosa vado incontro. Che figata Blade 2...

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    1. Cazzo, quello sì era un gran film, mi sa che me lo rivedo...

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  2. Non sono d'accordo nel considerare questo film una schifezza, tecnicamente è eccellente ed è sicuramente un film che vuole mettere in scena mazzate tra robottoni e mostri giganti. Forse il vero grande difetto è che oltre a questo non c'è cuore, manca il pathos.

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    1. Sì, ovvio che tecnicamente è eccellente, ma anche i tre Transformers sono tecnicamente eccellenti, ma cosa differenzia il film di Del Toro da quelli di Michael Bay? Per me niente, sono uguali in tutto e per tutti, forse toh, qui manca giusto l'inquadratura di un culo con cui presentare la protagonista, ecco, ma per il resto sono identici nei concetti e nello spirito. Solo che Bay lo si affonda (giustamente, eh, per carità) mentre Del Toro viene esaltato...

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    2. Beh, su i Transformers che sono tecnicamente eccellenti dissento, io con quei film (oltre a non capire le scene d'azione) mi sono annoiato a morte. Non solo dal punto di vista tecnico (che poi io non ne capisco molto, mi affido più all'istinto da spettatore) ma anche estetico questi film sono di tipologie opposte.

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    3. Eh, ma vedi, per me sono sullo stesso identico piano, sono film nulli dal punto di vista strutturale, non hanno alcuna idea e nessuna sostanza, sono piatti e banali in qualsiasi elemento si provi a giudicarli che non riguarda semplicemente l'estetica. Per me questo non è cinema.

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  3. Leggo pareri discordanti, e l'hype aumenta ancora di più.
    Spero di recuperarlo entro due o tre giorni al massimo.

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    1. eh, ma tanto so già che a te piacerà e quindi dovrò bottigliarti... ;)

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  4. cioè tu volevi uno starship troopers? :-)

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    1. Be' cazzo perché no, ma anche senza qualsiasi messaggio e tipo di critica, eh, mica volevo la profondità, solo un po' di sana tamarraggine, personaggi carismatici (okay che c'è Ron Perlman che è il mio eroe, ma da solo non basta), 1-2 dialoghi, mica tanto secondo me...

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  6. Mah... più caxxuto del caxxuto protagonista, il Kurt Cobain con la camminata alla John Wayne (cosa che me lo fa odiare su SoA) chi altri poteva esserci?
    Il problema di questo film, un gran bel blockbuster ma sempre un blockbuster, non potrebbe essere semplicemente la scelta degli attori? Il biondino ha il carisma di una ciotola di cereali col latte scaduto...
    Da notare però come del Toro abbia, discretamente, evitato il clichè dei mostri brutti e cattivi che attaccano uno alla volta anzichè tutti insieme.
    A me comunque è piaciuto. Non è il capolavoro assoluto ma nemmeno una cioffeca inguardabile. Nel dubbio ti do ragione sui personaggi... tutti abbastanza evanescenti, anonimi. L'unico che mi ha colpito è Perlman ma più per le scarpe che per altro...

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    1. No be' no Charlie Hunnam con quella sua camminata è perfetto in SoA, insomma, lì fa il gangster biker dal cuore d'oro e ci sta tutto, qui è incastrato in un personaggio davvero inutile e senz'anima, e la sua camminata poprio non funziona XD

      E resta il fatto che per me un film del genere senza uno straccio di personaggio che sia io perde molto del suo fascino - che la trama non ci sia è cosa irrilevante, quella che c'è in fondo sarebbe perfetta, ma con quei personaggi lì, privi di carisma e piattissimi, con quei dialoghi uribili e noiosi, il film perde anche la bellezza dei super mega scontri (che sì, sono bellissimi e incredibili, però...) :)

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  7. i miei figli si sono esaltati e io con loro...e ti dirò anche che dei Transformers ne ho sopportati a malapena uno...un motivo ci sarà...Del Toro è un regista maicolbei no!

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    1. Dopo Pacific Rim per me sono sullo stesso piano, anzi, ti dirò, Del Toro sprofonda anche sotto perché Bay è sempre stato così e non cambierà, Del Toro una volta offriva qualità e si è ridotto a fare le bayate...

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  8. Ti dirò, anch'io sulle prime sono rimasto un pò perplesso, poi, come leggerai nella mia recensione, la perplessità è evaporata perché semplicemente penso che "Pacific Rim" sia intenzionalmente così come tu lo descrivi. Cioè Del Toro secondo me voleva fare una cosa del tutto sganciata da qualsiasi "messaggio", una cosa totalmente ludica, non lineare, piena di buchi e strappi come una coperta di Linus. E c'è riuscito, infatti anche ai miei figli preadolescenti è piaciuto molto...e ci sarà un motivo :)

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    1. Ma io non li volevo mica i messaggi, volevo solo botte con un po', solo un po', di senso, e uno straccio di sceneggiatura dietro, che non vuol dire STORIA, la storia era PERFETTA, vuol dire SCRITTURA, perché non è la storia a essere importante, ma come la si RACCONTA, e Del Toro l'ha raccontata MALE, MALISSIMO, puntando TUTTO sulle scene delle mazzate, che infatti sono CAPOLAVORI ASSURDI e tra le COSE PIU' BELLE MAI VISTE, ma sono e rimangono vuote, senza cuore, senza pathos, sterili, incolori, piattissime. E questa cosa che piace ai bimbi, eh, è proprio perché questo è il suo target, una roba patinata e indolore, disneyana, che pare a uso esclusivo dei bimbi. :)

      Boh, per me rimane una boiata colossale e torno a guardarmi Gurren Lagann, dove ci sono robot scemi e giganteschi che danno mazzate assurde a mostri pachidermici ma c'è ritmo e inventiva e colore e divertimento ed epicità e vero dramma e vero dolore in un prodotto che sì, questo sì è omaggio al passato in tutto e pertutto, e insomma, ha tutto quello che manca a Pacific Rim :)

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    2. No no, capisco il tuo mood, del tutto rispettabile, per carità. D'altra parte se proprio devo fare un confronto con "Star Trek - Into Darkness", proprio non c'è storia...

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