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L'ennesimo centro: Amnesia, di Jean-Christophe Grangé (2012)

By Simone Corà | venerdì 14 settembre 2012 | 08:00


Mondadori, 2012 
752 pagine, 19,60 Euro 

Non c’è dubbio che con Grangé si vada sempre sul sicuro, anche a partire da una trama come quella presente in Amnesia che, a dirla tutta, puzza di vecchiume scontato soprattutto in un genere come il thriller, dove il pericolo di certa banalità, nell’impostazione di personaggi e storie, rischia già di rovinare ogni cosa ancora prima di iniziare la lettura. Insomma, si parla di perdite di memoria, di un protagonista che scopre di essere implicato in un omicidio attraverso un mistero nascosto nel suo passato, di una poliziotta cazzuta con un trauma che la perseguita, e insomma, ditemi voi se vi scatta quella minima curiosità anche solo per leggere il prologo. E invece.

E invece Grangé tira fuori il suo solito, puntuale capolavoro, una bomba di 750 pagine che si divorano rapidamente, si sbranano salivando dalla prima all’ultima parola – è una capacità narrativa, la sua, sbalorditiva, per come riesce a incastrare un avvenimento dietro l’altro, per come riesce a costruire una macchina di situazioni che avanza come un bolide, per come riesce a imbastire un vortice di colpi di scena che continua a reinventare la storia, sporcandola leggermente di sci-fi (invece delle solite sfumature horror) e stendendo una sequenza  di personaggi, piste e false piste che ipnotizza il lettore. Un ritmo impressionante, una precisione stilistica eccellente, una prosa composta da passaggi brevi, semplice, efficaci, e dialoghi ben impostati che si susseguono senza mai un attimo di pausa, come senza interruzioni è la corsa di Mathias Freire, intrappolato in ricordi cancellati che vengono astutamente svelati con struttura chirurgica.

Certo, non è tutto perfetto. Il libro è sicuramente molto lungo, e qualche passaggio poteva essere cesoiato per una maggior coesione di eventi – ma sarebbe difficile sceglie cosa togliere, ogni particolare, ogni evento, ogni virgola (dalle vite precedenti di Freire alle sfortune giudiziarie della sua controparte femminile) sono mosaicati con grande, enorme cura. Di certo rimane una delusione per la parte conclusiva, un classico spiegone con cui riepilogare i punti clou della storia e tirare i vari fili, anche con una certa forzatura, in un colpo di scena non all’altezza delle aspettative create durante la lettura. Ma si porta pazienza, e grazie alla progressione della storia si può nascondere volentieri il fastidio di un epilogo così così.   

2 commenti:

  1. D'accordo con te un romanzo che sebbene lungo si legge velocemente. Un romanzo che contiene all'interno più romanzi, un thriller matrioska appunto...

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    1. Vero, si può dire così, in fondo lo stacco tra un capitolo e l'altro è reso fortissimo proprio come se fosse un romanzo dentro l'altro. Peccato solo per quello spiegone finale, per il resto il solito lavoro impeccabile di Grangé. :)

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